Il Caimano e' il film piu' bello, coinvolgente e toccante di Nanni Moretti. E non solo per i (giustamente) celebrati momenti profetici, con l'attualissima rivolta del popolo verso i giudici che hanno appena condannato il premier.
Ma per altro, molto altro.
Perche' il fallimento della storia d'amore tra Silvio Orlando e Margherita Buy e' il controcanto amaro della deriva dell'italietta berlusconiana.
Perche' l'isteria dolorosa di Silvio Orlando e' quello di un paese non piu' in grado di esprimere in maniera coerente la sua rabbia.
Perche', al di la' del lancinante pessimismo di fondo, Il caimano lascia in bocca uno strano sapore dolce. Silvio Orlando che racconta favole delle buonanotte ai figli, che costruisce con loro un'improbabile tenda in soggiorno, che li porta in pizzeria e li aiuta a fare compiti, Margherita Buy e ancora Silvio Orlando che in auto si sorpassano a vicenda e non sanno rinunciare a timidi saluti nonostante il divorzio appena avvenuto, le partite di calcio in cui bisogna migliorare a tutti i costi: il ripiegamento nel privato non e' rinuncia ma ancora di salvezza dal baratro della Storia. Unico guardaroba rimasto da cui estrarre ancora scampoli di dignita'.
E ancora, momenti visionari da far invidia a Fellini, dall'uccisione splatter del critico velenoso al matrimonio maoista, dalla valigia carica di banconote che buca il soffitto al pedinamento della caravella nella notte, in realta' tiepido miraggio dell'ennesimo incubo paratelevisivo.
E, su tutte, la scena in cui i due ragazzini con giocosa spensieratezza ballano sul set del parlamento italiano e saltano sul lettone (di Putin?) e le poltrone imbottite del premier. Sprezzo dell'Italia di domani verso l'imbalsamata gerontocrazia di un paese “bello e inutile”.
Nessun commento:
Posta un commento