L’Europa in mano alle banche, che hanno privato gli Stati
della loro moneta sovrana rendendoli schiavi dei privati e dei loro tassi d’interesse. La bufala del debito pubblico e dell’inflazione come spettri per il controllo delle masse. L’euro
come generatore perverso di debito (vero!) e quindi di sudditanza; un progetto
nato negli anni ’30 con lo scopo di far tornare al potere le élite assolutiste che
avevano dominato il genere umano almeno fino alla rivoluzione francese. Le
responsabilità, nell'Italia degli anni ‘70, del Partito Comunista (e dell’attuale
presidente Napolitano), che in piazza si fregiava di parole come uguaglianza e
lotta di classe ma poi stringeva accordi a Bellaggio con la Fondazione
Rockfeller. Le colpe di Prodi e D’Alema. Il destino pianificato del sud Europa
come territorio simil-balcanico dove manovalanza a basso costo produce
ricchezza per un fronte franco-germanico in grado di competere sulle
esportazioni con Cina e Stati Uniti.
Le lucidissime tesi di Paolo Barnard, ampiamente
documentate, gelano letteralmente il sangue e offrono una prospettiva inedita
su una crisi che ci faceva fin troppo comodo osservare dal lato sbagliato. Al
confronto, qualsiasi monologo di Travaglio sembra la ramanzina bonaria di una
maestrina agli studenti discoli. Ma oltre
che sulle loro sconvolgenti implicazioni, le parole di Barnard fanno riflettere
sulla facilità di certo manicheismo di sapore politico in cui è imbrigliata l’informazione
in Italia. La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Servizio Pubblico, Piazzapulita
e pochi altri giornali/talk show che sarebbero le fonti di informazione buone
per il pubblico pensante contrapposte a quelle cattive delle varie
testate/televisioni berlusconiani. Ma se giustissime e sacrosante sono le critiche
perseveranti alla corruzione politica, agli sprechi della casta, al conflitto
di interessi, all’indebolirsi delle istituzioni democratiche, ciò non elimina
il sospetto di una tendenza un po’ facile e populista ad ingigantire spauracchi
e mostriciattoli inoffensivi trasformandoli in una sorta di Belzebù. Per anni
ci hanno raccontato che la causa principale del crollo economico dell’Italia
era un ometto dai capelli finti, vanesio, volgare e cialtrone. E mentre eravamo
lì a scannarci su processi brevi, intercettazioni, giri di mignotte e mazzette varie
come se fossero le cause principali del nostro declino, le banche ci
prosciugavano in silenzio senza che nessuno proferisse parola.
Numeri alla mano: il conflitto di interessi di Berlusconi ci
è costato sei miliardi, la casta ci costa quattro miliardi, tutte le mafie
italiane novanta miliardi. La crisi del 2007-2008 ci è costata
quattrocentrocinquantasette miliardi a causa dell’internazionalizzazione del
nostro debito in mano alla finanza operata da Prodi, D’alema e compagni.
Come dire, guardiamo solo i nostri piedi cercando di non
inciampare in una buca, ma non abbiamo il coraggio di alzare lo sguardo e
capire che siamo già finiti in un cratere.
Ma non aggiungiamo altro, e vi invitiamo a spendere un’ora e venti del vostro tempo sul video
riportato in basso. Non ve ne pentirete.
Un'ultima nota: ci sembra interessante osservare che il
video è stato caricato su youtube in data 29 ottobre 2011, ossia venti giorni
prima della caduta del governo Berlusconi e dello stabilirsi di quello che
Barnard stesso in un’intervista definisce un incredibile golpe finanziario.
Meditate, gente, meditate...
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