Chi scrive compirà trent’anni tra una settimana. Incredibile ma vero.
Sui banchi di scuola o all'università il tempo sembrava non passare mai. Poi, improvvisamente, gli anni hanno preso la rincorsa. Quello dei trent'anni è un compleanno che spaventa e inquieta nel profondo. Forse il più temuto in assoluto. Perchè quando hai vent’anni all’età non ci pensi e sorridi al futuro, quando ne hai quaranta hai già imparato a conoscerti a fondo e trovato una tua dimensione, serena o malinconica che sia. A trent’anni, invece, sei nella terra di mezzo. Ancora irrealizzato, insicuro, confuso, disorientato. Bombardato da esigenze discordanti. In pieno, tumultuoso e tragicomico disordine personale, non sai che pesci pigliare e vorresti solo del tempo ma il tre che fa capolino come prima cifra della tua età ti dice datti ‘na mossa, o sarà troppo tardi. Quel numeretto scatta all’improvviso come le catene di un ponte levatoio che ti chiude l’accesso al castello beato della spensieratezza. E lascia un senso scomodo di perdita, di rimpianto per non esserti goduto fino in fondo le danze di corte cui ora non sei più invitato. C’è però chi a trent’anni ne ha già cinquanta. Magari sistemato con moglie e figli e lavoro sicuro, passa le serate spaparanzato sul divano ad abioccarsi davanti alla tv, aspettando che commare Tempo passi ad imbiancargli i capelli e a dilatargli la pancia.
Sui banchi di scuola o all'università il tempo sembrava non passare mai. Poi, improvvisamente, gli anni hanno preso la rincorsa. Quello dei trent'anni è un compleanno che spaventa e inquieta nel profondo. Forse il più temuto in assoluto. Perchè quando hai vent’anni all’età non ci pensi e sorridi al futuro, quando ne hai quaranta hai già imparato a conoscerti a fondo e trovato una tua dimensione, serena o malinconica che sia. A trent’anni, invece, sei nella terra di mezzo. Ancora irrealizzato, insicuro, confuso, disorientato. Bombardato da esigenze discordanti. In pieno, tumultuoso e tragicomico disordine personale, non sai che pesci pigliare e vorresti solo del tempo ma il tre che fa capolino come prima cifra della tua età ti dice datti ‘na mossa, o sarà troppo tardi. Quel numeretto scatta all’improvviso come le catene di un ponte levatoio che ti chiude l’accesso al castello beato della spensieratezza. E lascia un senso scomodo di perdita, di rimpianto per non esserti goduto fino in fondo le danze di corte cui ora non sei più invitato. C’è però chi a trent’anni ne ha già cinquanta. Magari sistemato con moglie e figli e lavoro sicuro, passa le serate spaparanzato sul divano ad abioccarsi davanti alla tv, aspettando che commare Tempo passi ad imbiancargli i capelli e a dilatargli la pancia.
Chi scrive, però, appartiene piuttosto al popolo della terra
di mezzo. E sa di essere in buona compagnia. Il mondo pullula di trentenni
nella terra di mezzo. Cacciati bruscamente dallo sfavillante castello della spensieratezza
e condannati a vagare nelle sterpaglie senza una meta ancora identificata. Ed e
a tutti loro che mi rivolgo, incluso me stesso.
Cari trentenni che camminate miopi tra i rovi della terra di
mezzo, per favore, cercate di dimenticare i luoghi comuni sulla vostra età.
Tutti quelli che dicono che è giunto il momento delle responsabilità, che la
giovinezza è finita, che bisogna costruirsi un futuro solido al più presto, e altri
mattonate del genere. I luoghi comuni sono trappole infauste che imprigionano e
inaridiscono la complessità e la bellezza del reale. I luoghi comuni sono roba
da pigri e da gente senza immaginazione. Trent’anni sono solo ventinove più
trecentosessantacinque giorni. E’ solo colpa della fottuta numerazione decimale
se adesso la prima cifra della vostra età scatta di una posizione. Ma la
numerazione decimale è un artifizio matematico, e non c’azzecca nulla con la
morbidezza della pelle della vostra fronte, con la spontaneità del vostro sorriso, con il
vostro desiderio di specchiarvi negli occhi scuri di una bella brunetta dopo
aver bevuto insieme una bottiglia di Falaghina al chiaro di luna senza pensieri
che non siano quelli di una sera.
La Storia, quella di questi anni, non vi è amica, cari
trentenni della terra di mezzo. E forse vi toccherà lottare per renderla più
docile. Ma far luce tra le sterpaglie per trovare tracce di un sentiero che
convergerà poi in una vera e propria strada asfaltata è un compito che non
spetta alla Storia, nè alla fottuta numerazione decimale, nè alle mortuarie
avvisaglie dei luoghi comuni. Spetta solo alla vostra energia e al vostro
entusiasmo. Spetta solo a voi.
E se ancora quella fottuta cifra tre decimale vi rode, calcolate la vostra età in base venticinque piuttosto che in base dieci. E vi scoprirete appena adolescenti.
In bocca al lupo, amici miei.
In bocca al lupo, amici miei.
Buon compleanno trentenne della terra di mezzo!:-)
RispondiEliminaGiulia