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mercoledì 11 aprile 2012

Hitchcock donna


E’ ben noto come Alfred Hitchcock si divertisse a firmare i suoi film comparendo come per caso in una breve inquadratura.  E il pubblico assisteva alle sue pellicole con gli occhi sgranati non solo perché avvinto dalla maestria di uno dei più grandi storyteller mai esistiti, ma anche per il piacere di scoprire la sua inconfondibile silhouette tra le comparse e poi puntare l’indice sullo schermo e urlare: ”Eccolo!”. 
Un paio di anni fa si è diffusa in rete la notizia della presenza di un cameo inedito del grande regista londinese in North by Northwest (per piacere, dimentichiamo il banalissimo titolo italiano di questa straordinaria pellicola). Oltre alla ben nota apparizione in cui si lascia chiudere in faccia le porte scorrevoli di un autobus, Hitch sarebbe comparso anche in una scena in treno, seduto in un vagone passeggeri mentre il capotreno passa a controllare i biglietti. Ma perché nessuno se ne era accorto, in un film che viene visto e rivisto e studiato da cinquant’anni a questa parte? La spiegazione è semplice e sorprendente: in questo cameo Hitchcock appare vestito da donna! Con tanto di gonna azzurrina di raso e parrucca bruna (vedete il video in basso).




Ma, ahimè, purtroppo pochi giorni dopo è  arrivata la smentita da un sito di fanatici del regista: la donna in questione quasi sicuramente non sarebbe Hitch ma la caratterista canadese Jesslyn Fan, con mole e lineamenti assai simili a quelli del grande Alfred e già apparsa in altre sue pellicole. 
Ok, può anche darsi che quello nel video non sia Hitchcock, ma questa curiosa scoperta, vera o fasulla che sia, ha comunque colpito la nostra immaginazione. Ci affascina la mole di piccoli e grandi segreti che un’opera infinitamente ricca e complessa come un film può raccogliere, nascondendoli negli angoli delle inquadrature o nelle zone d’ombra in secondo piano. Chissà se la storia narrata in un film, quella che si succhia tutti i primi piani degli attori e galvanizza i fari del direttore della fotografia non sia solo una delle mille storie che un film è in grado di raccontare, per chi abbia il tempo e la passione di srotolare il gomitolo delle inquadrature.
Ci sono voluti centinaia di anni per scoprire alcuni dei “codici” che Leonardo Da Vinci ha lasciato nei suoi ritratti e affreschi... non è dunque lecito pensare che anche i maestri del cinema abbiano riempito le loro opere di  segreti e messaggi criptati di cui ancora non ci siamo accorti? Con il vantaggio che i venticinque fotogrammi al secondo di un film costituiscono un nascondiglio ben più capiente di un singolo dipinto "statico"... 
I nullafacenti del web possono considerarsi occupati per i prossimi tremila anni...


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