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venerdì 1 aprile 2011

Meno male che Piero c'è



Lunedì scorso il presidente del consiglio Silvio Berlusconi si è recato al tribunale di Milano per l’udienza preliminare del processo Mediatrade. L’ultima volta che aveva varcato quella temuta soglia era il lontano maggio 2003, quando con la scusa di dare alcune dichiarazioni spontanee sul processo SME (poi sospeso grazie al lodo Schifano varato dal suo governo), si era invece prodigato nella solita trita invettiva sulla magistratura comunista. Quel giorno all’uscita dell’aula fu accolto dalle seguenti urla di un giornalista free lance:

“Fatti processare, buffone! Rispetta la legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la democrazia! O farai la fine di Ceausescu e di Don Rodrigo! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani!”

Berlusconi non gradì queste parole e denunciò il giornalista per ingiuria, perdendo in seguito la causa in quanto il termine “buffone” fu riconosciuto dal magistrato come una definizione e non un insulto. A urlare era Piero Ricca, blogger “professionista” notissimo in rete e ovviamente, se si esclude qualche fugace apparizione ad Annozero, tenuto a distanza siderale dalla televisione di regime. Armato di videocamera e megafono, Piero Ricca conduce da  anni una personale e agguerrita battaglia contro l’immoralità di una classe dirigente senile e corrotta. Il suo metodo è semplice e straordinariamente efficace: si reca di persona dal potente di turno e gli urla in faccia le sue condanne giudiziarie insabbiate, i clamorosi voltafaccia, le esagerate contraddizioni, e tutti gli altri lati oscuri della sua carriera, esigendo retoricamente una spiegazione immediata a tutto ciò. Il più delle volte la vittima cerca di sottrarsi dalle grinfie del Ricca eclissandosi tra gli uomini della scorta, altre volte prova maldestramente ad instaurare un dialogo in cui viene regolarmente massacrato dalla dialettica e dalla lucidità del blogger milanese. Che ha dalla sua una impressionante e dettagliata conoscenza dei fatti presenti e passati del nostro paese.

E’ facile e comodo per la casta liquidare come semplice “provocatore” un personaggio come Piero Ricca. Ma in realtà il suo approccio sui generis al dialogo con il potente, a suo modo giustificato dalla gravità dei fatti che viene a conclamare,  è forse l’unico metodo ancora possibile per interloquire con una classe dirigente chiusa nella sua torre d’avorio e sempre più lontana dalle necessità della gente. Nel descrivere l’assurdità di un paese in cui il primo ministro rischia il carcere per prostituzione minorile e senatori e parlamentari passano con disinvoltura da Montecitorio a Rebibbia, Ricca usa espressioni potenti come “putrefazione morale” e “privazione di anticorpi democratici”,  invitando poi i cittadini ad “alzare la testa”. Perché è ovvio che l’obiettivo degli incontri con i vari Andreotti, D’Alema, Vespa, Sgarbi ecc. non è certo quello di “redimere” la casta (figuriamoci...), ma piuttosto di scuotere l’indolenza di un popolo sonnacchioso che si lascia scivolare la Storia addosso come fosse l’acqua della doccia. 
Ci piace, Piero Ricca, perchè ha il coraggio e l’energia per scagliarsi contro il qualunquismo del “tanto è tutto uno schifo”. Perchè acclama una società dal sapore vagamente utopico dove il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sia ancora valido e i ruoli di vittime e carnefici non siano più alla rovescia. E ci crede anche. 
Vi invitiamo a scoprire su youtube i tantissimi video del blogger milanese. Qui sotto riportiamo a mò di esempio l’incontro con Marcello Dell’Utri, perché forse è quello che più ha scosso il nostro senso civile. Marcello Dell’Utri, amico personale di Silvio Berlusconi e co-fondatore di Forza Italia, presunto bibliofilo, condannato in secondo grado a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, attualmente senatore della Repubblica. Abbastanza noto per le sue esternazioni sul mafioso Vittorio Mangano (“Era un eroe...”), nonché per la disinvoltura con cui ammette le profonde ragioni morali del suo fare politica (“Sono entrato in politica e faccio il parlamentare solo per difendermi dai processi”), sicuro della protezione del suo potente padrone. 
Guardate il video e meditate, meditate...


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